Al MANN fra tesori ritrovati e arredi pompeiani
- Angelo e Adele
- 21 minuti fa
- Tempo di lettura: 3 min
Siamo qui, a Napoli, boccheggiando per il caldo e riducendo al minimo le nostre uscite. Però ogni tanto bisogna pur mettere la testa fuori casa e cercare di fruire delle cose belle che questa città ci offre, per poi condividerle su questo blog.
E allora parliamo della nostra ultima uscita, che ha avuto come meta il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) (*), il più importante museo archeologico italiano, dove abbiamo visitato due bellissime mostre, TESORI RITROVATI. Storie di crimini e reperti trafugati e DOMUS. Gli arredi di Pompei. Ma prima ci siamo beati gli occhi con le statue della Villa dei Papiri di Ercolano, che, in attesa della ristrutturazione delle sale dedicate, sono temporaneamente esposte nella magnifica Sala della Meridiana; cominciamo proprio da queste:









Per parlare della mostra TESORI RITROVATI la cosa migliore da fare è riprendere il testo contenuto nel sito ufficiale del MANN:
La mostra rappresenta l’esito finale di un articolato percorso di indagini e attività di ricerca, realizzato nell’ambito del protocollo d’intesa siglato tra il MANN la Procura della Repubblica di Napoli.
Tale iniziativa, raccogliendo i risultati delle indagini, intende trasmettere un messaggio di grande rilevanza, affinché si comprenda che il furto e il traffico illecito di opere d’arte non rappresenta soltanto un reato contro il patrimonio culturale, ma intacca in modo profondo la nostra storia e la nostra identità nazionale.
L’intento non è solo sensibilizzare sul valore inestimabile del nostro patrimonio culturale, ma anche stimolare un impegno attivo nella sua tutela.
Il percorso espositivo svela le dinamiche del mercato illegale delle opere d’arte e i danni irreversibili causati dal saccheggio e dalla distruzione del patrimonio culturale.
La mostra costituisce un’importante occasione per presentare al pubblico, per la prima volta, una selezione di circa 600 oggetti tra i più rappresentativi tra quelli dissequestrati. Si tratta di un insieme straordinariamente eterogeneo di manufatti, che non si limitano alla sola Campania, ma abbracciano un’area più ampia, estendendosi all’intero Mezzogiorno e oltre. La loro varietà restituisce uno spaccato significativo delle produzioni artigianali e delle manifestazioni artistiche che si sono susseguite dall’età arcaica al Medioevo.
Oltre alla ceramica, la mostra espone un’ampia selezione di oggetti in bronzo, tra cui armature, armi, ornamenti personali e vasellame, nonché un significativo numero di terrecotte figurate, databili tra il VI e il II secolo a.C.
Non mancano, inoltre, elementi marmorei di epoca romana, un tempo parte dell’arredo di abitazioni private, numerosi reperti subacquei e una vasta collezione di monete greche, romane e medievali.
L’eccezionale stato di conservazione di molti di questi reperti suggerisce che appartenessero soprattutto ad antiche sepolture, purtroppo intercettate e saccheggiate dagli scavatori di frodo per alimentare il mercato clandestino di beni archeologici.
Molti di questi manufatti hanno subito processi irreversibili di dispersione e perdita della loro storia, ma oggi, grazie a un lungo e meticoloso lavoro di recupero, catalogazione e studio, tornano a far parte del nostro patrimonio collettivo.
Passiamo allora alle nostre immagini:















Queste sono tre lastre funerarie pertinenti alla cosiddetta Tomba del Cavaliere, che sono state al centro di un intricato caso internazionale. Le autorità inquirenti hanno dovuto ricostruire il complesso percorso di queste opere, appartenute anche alla "divina" Maria Callas.



In quanto a DOMUS, l’allestimento invita ad entrare nel cuore delle case, per riscoprirne il gusto, le abitudini e l’universo simbolico. Raffinati bronzi, marmi, terrecotte e affreschi restituiscono l’atmosfera quotidiana e intima degli ambienti domestici. Ecco come li abbiamo visti noi:


Le prossime tre foto rappresentano altrettante viste del cosiddetto Vaso Blu, in vetro cammeo, ritrovato a Pompei e risalente alla metà del I secolo d.C.




















E per chiudere questo racconto della nostra visita al MANN non può mancare uno sguardo al pezzo forte della collezione delle Gemme Farnese. Stiamo parlando della Tazza Farnese, un phiale, cioè una tazza per libagioni, realizzata in cammeo in agata sardonica fra il secondo e il primo secolo a.C.:

ALLA PROSSIMA!!!
(*) simbolo che indica la presenza di servizi igienici attrezzati per disabili
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