Siamo ancora qui! Novembre è il mese del vino novello, e questa circostanza ci ha riportato alla mente una nostra esperienza di viaggio del maggio 2009, nel comune umbro di Torgiano (PG). Si tratta di una cittadina di 6500 abitanti, di origine medievale, che, come molte altre nella regione, basa la sua economia su questi due prodotti, il vino e l'olio, ai quali però ha dedicato addirittura due musei.
Ma andiamo per ordine: nel 1974 Giorgio e Maria Grazia Lungarotti danno vita al MUVIT (Museo del Vino) negli ambienti del seicentesco Palazzo Graziani-Baglioni; il museo nasce a sostegno dell’economia vitivinicola internazionale ed evidenzia l’aspetto culturale della vite e del vino in 5000 anni di storia.
Nel 1987 .viene costituita la Fondazione Lungarotti Onlus, con lo scopo di ufficializzare le attività di ricerca e di studio relative al patrimonio artistico-culturale custodito al MUVIT e, successivamente, al MOO (Museo dell'Olivo e dell'Olio), inaugurato nel 2000, nonché la cooperazione con le istituzioni culturali pubbliche e private, italiane e internazionali.
Per un approfondimento sulla storia e l'attività dei due musei e della Fondazione, nonché delle attività economiche del mondo Lungarotti (cantina, tenuta, agriturismo) rinviamo al sito web della Fondazione: https://www.muvit.it/ .
Cominciamo allora ad illustrare la nostra visita nei due musei, precisando che entrambi sono accessibili alle persone con disabilità motorie in quasi tutto il percorso espositivo: al MUVIT sono accessibili le 14 sale del piano terra, al MOO, dotato di elevatore, è accessibile tutto il percorso. Il testo che segue, in rosso, è tratto dal sito web della Fondazione:
MUVIT: Nato a sostegno dell’economia vitivinicola internazionale, il predominante interesse volto al dialogo tra vite e arti decorative – costantemente presenti e raccolte in sezioni – lo rende a tutti gli effetti un museo interdisciplinare. Il percorso museale, sviluppato lungo venti sale, propone oltre 3000 manufatti esposti secondo criteri museografici rigorosi e scientifici.
Reperti archeologici (brocche cicladiche e vasi hittiti; ceramiche greche, etrusche e romane; vetri e bronzi), attrezzi e corredi tecnici per la viticoltura e la vinificazione, contenitori vinari in ceramica di età medievale, rinascimentale, barocca e contemporanea, incisioni e disegni dal XV al XX secolo, edizioni colte di testi di viticoltura ed enologia, manufatti di arte orafa, tessuti ed altre testimonianze di arti decorative documentano l’importanza del vino nell’immaginario collettivo dei popoli che hanno abitato, nel corso dei millenni, il bacino del Mediterraneo e l’Europa continentale.
MOO: Il museo è situato in un piccolo nucleo di abitazioni medievali all’interno delle mura castellane.
Il percorso si snoda lungo undici sale e si apre con informazioni redatte dal C.N.R. sulle caratteristiche botaniche dell’olivo, sulle cultivar più diffuse in Umbria, sulle tecniche tradizionali e d’avanguardia di messa a coltura e di estrazione dell’olio, affiancate da mappe sulla diffusione storica dell’olivicoltura. Le sale successive, ambientate nei locali che furono già sede di un frantoio attivo fino a pochi decenni fa, ospitano una ricca documentazione relativa alla storia e all’evoluzione delle macchine olearie.
Il percorso prosegue nei due piani superiori, dove la presenza dell’olio e dell’olivo nel quotidiano, gli usi e le valenze ad essi attribuiti nel corso del tempo sono documentati in sezioni: l’origine mitologica della pianta, il rilievo dell’olivicoltura, dall’economia romana alla ripresa medievale sino ai secoli recenti, l’olio come fonte di illuminazione, nelle religioni monoteiste mediterranee, nella medicina e nell’alimentazione, nello sport, nella cosmesi, come fonte di riscaldamento e come elemento significativo di un immaginario popolare che alla pianta e al prodotto derivato dal suo frutto ha attribuito – e in parte ancora attribuisce – valenze simboliche, propiziatorie, apotropaiche e curative.
E le sculture? Arrivano subito, prima però diamo uno sguardo alla più importante testimonianza medievale di Torgiano, la Torre Baglioni, sulla quale troviamo qualche notizia in più in questo sito web del Comune di Torgiano:
Andiamo a visitare ora il borgo di Brufa, frazione del comune di Torgiano, della quale si hanno notizie fin dal 1350. E' abitato oggi da circa 600 anime e per ulteriori notizie c'è questo sito:
https://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-brufa-torgiano-pg/ da cui traiamo il testo che segue:
Nel 1987 ha preso avvio avvio la manifestazione “Scultori a Brufa” organizzata dal Comune di Torgiano, Provincia di Perugia e Pro-Loco di Brufa.
Sulla collina di Brufa si sta realizzando un’esperienza artistica tra le più originali e moderne, che sottolinea il connubio tra la scultura e il paesaggio.
Le sculture che ogni anno vengono collocate, in via permanente, su questa collina del territorio torgianese, vogliono essere la testimonianza dell’incontro dell’arte con l’ambiente naturale e soprattutto con gli uomini che l’hanno modellato e che continuano a trasformarlo.
E vediamo allora alcune delle sculture installate a Brufa fra il 1987 ed il 2009, quando ci siamo andati noi; se ci andate oggi troverete le altre collocate in questi 12 anni:
Che dire, allora? Sperando nell'estate di San Martino, questo può essere il momento buono per una puntata a Torgiano a rifornirsi di vino ed olio, ammirare qualche opera d'arte immersa nel paesaggio e visitare questi due originali musei che abbiamo cercato di illustrare.
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