Ancora una volta il F.A.I. ha organizzato, nei giorni 15 e 16 maggio 2021, la sua Giornata di Primavera, nonostante le difficoltà del momento e ancora una volta abbiamo partecipato con entusiasmo, scegliendo fra i tanti un percorso che congiunge tre siti romani vicini tra di loro nella frazione Miseno del comune di Bacoli (NA). Questi siti sono quasi sempre chiusi o visitabili solo su richiesta, e il merito del FAI è stato quello di aprirli e renderli visitabili nella stessa escursione di circa 90 minuti.
Il percorso era indicato come accessibile in sedia a rotelle e tale si è dimostrato; in un solo punto c'erano da superare quattro gradini, e qui abbiamo ricevuto il generoso aiuto dei ragazzi presenti, provenienti dalle scuole superiori di Bacoli e che hanno svolto anche le funzioni di ciceroni in maniera davvero professionale.
Ma quali sono questi tre siti? Cominciamo a visitarli in sequenza, descrivendoli attraverso i testi contenuti nel sito web del Parco Archeologico dei Campi Flegrei (http://www.pafleg.it/).
Il Parco gestisce i tesori dell'area puteolana e bacolese di cui abbiamo parlato in diversi post negli ultimi anni, primo fra tutti il Museo Archeologico dei Campi Flegrei, sito nel Castello Aragonese di Baia, che ospita fra l'altro alcuni reperti ritrovati a Miseno.
Il primo sito archeologico visitato ieri è il Teatro Romano di Miseno:
Ubicato nello spazio ristretto, tra le pendici del promontorio di Miseno e la rada esterna dell’antico porto, nell’area che doveva essere il Foro è il Teatro Romano di Miseno. Il Teatro è stato indagato solo parzialmente, sia perché a causa del bradisismo parte del monumento si trova al di sotto del livello del mare e sia perché la parte superiore è inglobata in costruzioni moderne.
Il monumento, che doveva essere a tre ordini di ambulacri ad arcate costruiti contro il costone retrostante, è del II sec. d.C. Alla porzione visitabile si accede mediante una galleria sotterranea aperta nell’area demaniale; si entra in un tratto del corridoio mediano coperto da volte a crociera che sorregge il livello medio delle gradinate.
In corrispondenza della tredicesima arcata si apre una galleria rettilinea, in origine aperta sulla via Herculanea e da cui si accedeva tramite rampe, la quale oggi per effetto del bradisismo regala al visitatore una vista inaspettata su una piccolissima insenatura delle acque del Golfo di Miseno.
Usciti dal Teatro Romano, ci siamo diretti alla seconda meta, il Sacello degli Augustali:
A breve distanza dal teatro è l’altro edificio pubblico individuato a Miseno, il Sacello degli Augustali, le cui strutture semi sommerse per effetto del bradisismo si trovano addossate al costone tufaceo, oggi in parte crollato.
L’edificio, che sorge in epoca giulio-claudia ed è dedicato al culto dell’imperatore Augusto, viene realizzato in muratura con rivestimenti in stucco; la struttura conservò questa decorazione anche in occasione dell’arricchimento del Sacello con le statue degli imperatori Vespasiano e Tito di epoca Flavia.
Fu risistemato alla metà del II secolo d.C., su commissione di Cassia Victoria per onorare il marito L. Laecanius Primitivus, sacerdote Augustale, quando ricevette una maggiore ricchezza dei rivestimenti, tutti marmorei, a testimonianza della posizione economica dei committenti.
Il complesso fu rinvenuto fortuitamente durante i lavori edilizi del 1968, a seguito dei quali furono avviati i lavori di recupero, resisi da subito difficoltosi a causa del piano originario collocato a circa 6 metri di profondità rispetto a quello moderno, completamene allagato da acqua di falda piuttosto superficiale.
In quest'ultima foto si intravede sullo sfondo il dislivello che abbiamo superato grazie all'aiuto dei ragazzi presenti; abbiamo potuto così affacciarci sull'insenatura di Punta Pennata e questo è il panorama che abbiamo ammirato:
La visita si è conclusa alla Grotta della Dragonara:
Ubicata all’estremità orientale della spiaggia di Miseno e scavata nella parete di tufo del promontorio, è la cosiddetta “Grotta della Dragonara” la cui etimologia deriverebbe proprio dal termine latino “roccioso”. La visita si effettua su una passerella in ferro, poiché a causa del bradisismo il monumento è attualmente semi-sommerso. Si tratta di una cisterna romana a pianta quadrangolare divisa in cinque navate da quattro file di piloni ricavati nel tufo, foderati in opera reticolata e rivestita dal tipico intonaco idraulico che impermeabilizzava questo tipo di strutture.
La cisterna, lunga circa m 60 e larga m 6, è coperta da una volta a botte con tre grandi aperture dotate di scale, oggi parzialmente visibili, e utilizzati per l’immissione dell’acqua e per le manutenzioni ordinarie. Contiene gallerie laterali che si diramano e si intrecciano tra loro formando un labirinto che per il visitatore, insieme all’effetto dell’acqua che invade il monumento, diviene assai suggestivo.
Tradizionalmente collegata al rifornimento idrico della flotta misenate, peraltro già abbondantemente soddisfatta nell’approvvigionamento idrico dalla cisterna nota come Piscina Mirabile, potrebbe tuttavia anche aver servito le strutture residenziali situate poco più a sud e visibili sul costone, attribuite dalla tradizione letteraria a Lucullo.
La villa disposta a terrazzamenti con ambienti che digradano fino al mare, attualmente insabbiati, era stata di Caio Mario, per poco tempo di Cornelia madre dei Gracchi e poi acquistata da Licinio Lucullo, ricchissimo personaggio politico del I sec. a.C., ed infine passata al demanio imperiale. È la residenza dove secondo Tacito vi morì l’Imperatore Tiberio. Nel medioevo il monumento era noto come “Bagno del Finocchio” per le abbondanti coltivazioni che lo circondavano.
Che ne pensate? Ormai le Giornate FAI di Primavera sono alle spalle, per visitare questi monumenti bisognerà cercare su Internet le date e gli orari di apertura, nonché i recapiti a cui prenotarsi. A parer nostro ne vale la pena, fra l'altro perché il selciato dei percorsi è abbastanza confortevole e il passaggio da un sito all'altro avviene su asfalto.
Ultima informazione è quella sulla logistica dei ristoranti accessibili. Oggi ve ne segnaliamo uno che è anche lido, con la possibilità di prendere il sole su lettini e sdraio e di fare il bagno a mare, come si vede dalle foto più sotto:
Lido Belvedere (*):
Via Plinio il Vecchio 20, Bacoli
081 523 5248 www.lidobelvederebacoli.it
(*) simbolo che indica la presenza di servizi igienici attrezzati per disabili
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