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Oplontis anche per noi

Buongiorno a tutti! Ricorderete che qualche anno fa, nel presentare quelle che chiamammo "le figlie del Vesuvio", cioè le città distrutte dall'eruzione del 79 d.C., avevamo parlato diffusamente di Pompei ed Ercolano, mentre ci eravamo limitati a qualche cenno su Oplontis e Stabiae, che all'epoca erano inaccessibili in sedia a rotelle.


Ebbene, siamo lieti di comunicarvi che oggi entrambi i siti risultano accessibili ai disabili motori; per il momento abbiamo visitato Oplontis, ma contiamo di fare una puntata presto anche alle ville di Stabiae.


Qualche parola per introdurre l'area archeologica di Torre Annunziata? Niente di meglio del testo che si trova nel sito web ufficiale di Pompei, visto che anche Oplontis è sotto la giurisdizione dell'ente che gestisce anche Stabiae, Longola ed altri siti minori:


Tra le località archeologiche vesuviane, seppellite a seguito della drammatica eruzione del 79 d.C., Oplontis è probabilmente quella che offre le più significative testimonianze monumentali del suburbio pompeiano.


L’insieme degli edifici di età romana rinvenuti, a cominciare dall’epoca borbonica, nella moderna città di Torre Annunziata, è riferibile ad un vero e proprio centro urbano periferico, sottoposto alla giurisdizione amministrativa di Pompei.


Ciò che caratterizza Oplontis è la presenza di due monumentali edifici di diversa destinazione: la villa A (cd. villa di Poppea), un grandioso e lussuoso complesso a carattere residenziale e la villa B (di L. Crassius Tertius), attualmente non aperta al pubblico, corrispondente ad un’azienda la cui attività era incentrata sulla lavorazione di prodotti della terra, in particolare vino e olio.


Attualmente l’unico monumento visitabile dell’antica Oplontis è una grande villa residenziale, non interamente riportata alla luce, risalente alla metà del I secolo a.C. e ampliata nella prima età imperiale. In antico la villa era affacciata a picco sul mare in posizione panoramica ed era dotata di splendidi apparati decorativi di cui si conservano eccezionali testimonianze.


Potrebbe essere appartenuta a Poppaea Sabina, seconda moglie dell’imperatore Nerone, o al patrimonio della sua famiglia, in base alla testimonianza di un’iscrizione dipinta su un’anfora menzionante Sucundus, un suo schiavo o liberto.


Al momento dell’eruzione l’edificio doveva essere in gran parte disabitato a causa di lavori in corso, forse avviati a seguito di danni sismici, che comportarono la rimozione di molti elementi architettonici e decorativi.


Se si desidera approfondire ulteriormente l'argomento, questo è il link al sito web, dal quale si può anche scaricare una dettagliata guida in formato pdf.


E l'accessibilità per noi? Ecco quanto riportato nel sito, con le istruzioni che abbiamo seguito scrupolosamente e grazie alle quali siamo potuti entrare con l'auto in un ingresso secondario:


Su richiesta è possibile accedere alla villa attraverso un accesso facilitato con ingresso da via Margherita di Savoia.


Si suggerisce di chiamare con un congruo anticipo al numero 081.8621755 per l’apertura del cancello di ingresso.


Internamente il percorso di visita è in quota e il superamento delle barriere architettoniche è garantito da piccole rampe in legno e acciaio.



All’interno della villa sono presenti pannelli descrittivi, monitor, supporti digitali e Qr code per accedere alle app.


Cominciamo allora con le immagini di colonnati, affreschi, statue e oggetti vari reperiti nella Villa di Poppea:







































Terminata questa piacevolissima visita alla Villa di Poppea, dove possiamo rifocillarci? Se siamo venuti in auto, vi consigliamo di fare qualche chilometro per recarvi a Torre del Greco, dove c'è quest'ottimo ristorante:


La Voce del Mare (*)

Via Spiaggia del Fronte 22, Torre del Greco

+39 081 358 0406


(*) simbolo che indica la presenza di servizi igienici attrezzati per disabili


ALLA PROSSIMA !!!







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