Siamo sempre noi, quelli che approfittano di una bella giornata ottobrina per fare qualche scoperta interessante su e giù per la Campania. Questa volta ci siamo fiondati nella Penisola Sorrentina alla ricerca della Reggia di Quisisana, per descrivere la quale la cosa migliore è rubare il testo reperibile sul sito web pompeiisites.org, in quanto la tutela del manufatto ricade sul Parco Archeologico di Pompei:
La Reggia di Quisisana, a Castellammare di Stabia, fu costruita nel XIII secolo dai sovrani angioini come luogo di villeggiatura e di cura, ma fu solo con gli interventi condotti dai sovrani di Borbone tra il 1765 e il 1790 che il palazzo assunse l’aspetto attuale. Il complesso, che rispecchiava l’idea del “palazzo di caccia e villeggiatura”, ha una struttura ad elle così da godere da un lato di una splendida vista sul golfo e dall’altro di essere meglio collegato a Castellammare.
Nel periodo seguente anche il parco venne riammodernato e ingrandito sui modelli del giardino all’inglese con grandi viali, scale, fontane e giochi d’acqua che sfruttavano scenograficamente sia la ricca vegetazione delle pendici del Faito che le sorgenti d’acqua.
La fama del Palazzo era tale da attrarre moltissimi viaggiatori e personalità straniere a soggiornare nell’area e il suo splendore ci è testimoniato dagli acquerelli e dalle incisioni di Hackert e Dahl nonché dalle vedute della Scuola di Posillipo.
Dopo alcuni decenni di abbandono, il palazzo è stato oggetto all’inizio del 2000 di un grande intervento di restauro terminato nel 2009 e che ha restituito l’antico splendore. Oggi il complesso è al centro di un grande progetto di valorizzazione sotto la direzione del Parco Archeologico di Pompei che mira a renderlo sede di un museo dedicato alle ricche ville romane di Castellammare di Stabia e dove saranno esposti i magnifici affreschi e i reperti attualmente conservati all’Antiquarium.
Il palazzo ospiterà anche un grande deposito visitabile per far entrare il pubblico nel “cuore” del museo stesso e al contempo per ospitare i nuovi reperti delle ricerche scientifiche che sono state riavviate nel territorio.
Il sito è di proprietà del Comune di Castellammare di Stabia che ne gestisce la fruizione; le funzioni di tutela sono di competenza del Parco Archeologico di Pompei.
Oggi come oggi, la Reggia è sede dell'Ente Parco Regionale dei Monti Lattari e non è visitabile ai piani superiori; la ragione per cui ci siamo andati è la mostra “Dal Buio alla Luce” che espone al primo piano i reperti provenienti dalle ville dell’antica Stabiae, distrutte come Pompei, Ercolano ed Oplonti dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
Nell’esposizione sono presenti numerosi oggetti di uso quotidiano e strumenti agricoli, nonché affreschi, stucchi e vari utensili rinvenuti nelle ville della zona, come un cratere a calice in marmo alabastrino, un porta profumi in bronzo ed una statuetta marmorea raffigurante un pastore.
Particolarmente degno di nota è un carro in metallo e legno carbonizzato, rinvenuto nel 1981 nel quartiere rustico di Villa Arianna e restaurato negli anni scorsi.
La mostra, ad ingresso gratuito, sarà visitabile fino al 31 dicembre 2019, dal lunedì al venerdì, dalle ore 8.00 alle ore 15.00.
Vedremo se dopo il 31 dicembre 2019 partirà il grande progetto di valorizzazione di cui si parlava prima. Per il momento vi mostriamo delle immagini della reggia e della mostra, cominciando però con un classico panorama del golfo di Napoli visto da Castellammare, con il Vesuvio "al contrario":
Per quanto riguarda l'accessibilità alla mostra per chi si muove in carrozzina, c'è un ascensore, non molto grande, manovrato dal personale; peccato per un piccolo gradino all'ingresso, che però non è un problema per le sedie manuali o col ruotino.
Vediamo qualche immagine della mostra, con i reperti delle varie ville dell'area stabiese, a cominciare da Villa del Carmiano, portata alla luce nel 1963 nel territorio del comune di Gragnano:
Villa del Petraro, scoperta nel 1957 in quello che oggi è il comune di Santa Maria la Carità:
Villa Arianna, sita sulla collina di Varano nel territorio di Castellammare di Stabia:
Villa San Marco, anch'essa sita sulla collina di Varano:
Villa del Pastore, a metà strada fra Villa Arianna e Villa San Marco:
Che dirvi? La mostra, pur se limitata quantitativamente, ci è piaciuta molto; quello che ci ha più impressionato però è stato apprendere che, mentre Villa Arianna e Villa San Marco sono aperte al pubblico, anche se per noi praticamente inaccessibili (ne abbiamo parlato nel post sull'area archeologica vesuviana), le altre tre ville, Villa del Carmiano, Villa del Petraro e Villa del Pastore, sono state di nuovo interrate circa vent'anni fa per ragioni di tutela (!!!).
Questo dimostra quanto poco siano stati prioritari i beni culturali in Italia; speriamo che tutta la zona archeologica stabiese venga valorizzata al più presto dal progetto cui abbiamo accennato e che la Reggia di Quisisana assurga al ruolo previsto di grande spazio espositivo di tutti i reperti dell'area stabiese.