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Napoli: la chiesa di Donnaregina, Vecchia e Nuova

Oggi facciamo un'incursione nella Napoli del 1300, per visitare una chiesa che in realtà sono due: la prima nacque fra il 1307 ed il 1316 ad opera delle regina Maria d'Ungheria come monastero, ed è quella che oggi chiamiamo Donnaregina Vecchia. La seconda fu eretta nel 1617 - 1626, inglobando la precedente, col nome di Santa Maria di Donnaregina, ed è quella che oggi chiamiamo Donnaregina Nuova; infatti nel restauro operato fra il 1928 ed il 1934 le due strutture vennero separate e ad oggi, come vedremo, l'unico vero accesso per i guerrieri seduti è quello a Donnaregina Vecchia.


Per arrivarci assumiamo di essere scesi alla stazione Museo della Linea 1 della Metro (per le indicazioni e le cautele del caso riferirsi al nostro post sulla Linea 1); imboccata Via Foria, giriamo per Via Duomo e dopo un paio di centinaia di metri svoltiamo a sinistra per Largo Donnaregina, e ci troviamo davanti la maestosa facciata di Donnaregina Nuova:


L'accompagnatore andrà alla biglietteria per chiedere l'apertura del cancello che chiude il vicolo sulla destra della chiesa:


Prima del cancello ci sarebbe l'ingresso per disabili a Donnaregina Nuova, ma ci rifiutiamo di considerarlo tale, perché l'elevatore a poltroncina, che richiederebbe il trasbordo dalla nostra sedia con tutti i problemi connessi, non può essere considerato una soluzione valida per la maggioranza dei disabili motori.


Oltre tutto, dopo essere risaliti sulla propria sedia si prosegue e si incontrano altre due poltroncine per superare altrettanti dislivelli e proseguire la visita di quello che oggi è il Museo Diocesano di Napoli. Ultimo tocco di ironia: i servizi igienici attrezzati per disabili sono siti dopo la terza poltroncina!



E allora varchiamo il cancello e serviamoci di queste comode rampe per entrare nel Chiostro di Donnaregina Vecchia:


Prima di entrare diamo uno sguardo dall'esterno all'imponente struttura della vecchia chiesa angioina:


Entriamo, allora, e subito abbiamo il colpo d'occhio dell'impianto a navata unica con la maestosa abside pentagonale, dotata di ampie finestre che la rendono molto luminosa:


Uno dei due gioielli per cui vale la pena di visitare questa chiesa è il sepolcro della regina Maria d'Ungheria, capolavoro di Tino da Camaino, in cui la regina è raffigurata sia giacente sul sarcofago che genuflessa davanti alla Madonna:



L'altro gioiello di Donnaregina Vecchia è la Cappella Loffredo, decorata all'esterno ed all'interno da affreschi di ignoto giottesco:


Finisce qui la visita a Donnaregina Vecchia, almeno per quanto riguarda le persone in carrozzina; se la Curia un giorno volesse fare uno sforzo, con un ascensore si potrebbero superare le faticose rampe di scale che portano al Coro delle Monache, decorato con un bel soffitto a cassettoni e soprattutto con il più vasto ciclo di affreschi del secolo XIV rimasto a Napoli.


Verrebbero così agevolati non solo i disabili motori ma anche gli anziani normodotati; a tutte queste persone dedichiamo un'immagine della parete affrescata del Coro delle Monache, da cui si vede chiaramente il danno subito dai colori per un incendio nel 1390, che tuttavia non ha compromesso la maestà dell'opera:



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