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Napoli: in giro per il Rione Sanità

Prima Edizione: 22 aprile 2018


Un nuovo aggiornamento a questo post nato tre anni fa: a maggio del 2021 dopo una lunga opera di restauro è finalmente stato restituito alla città l'affresco di Mattia Preti posto sopra l'arco di Porta San Gennaro, di cui si parlava nella prima edizione di questo post:



L'opera nacque come ex voto per scongiurare la peste che nel 1656 infestava la città di Napoli. La scena è divisa in due registri. In quello alto la Vergine col Bambino domina il centro della scena e poggia su una falce di luna, tipico attributo iconografico dell’Immacolata Concezione.


Accompagnano la Madonna nell’intercessione per la salvezza di Napoli San Gennaro (a sinistra), San Francesco Saverio (a destra) e Santa Rosalia (semi nascosta dietro San Francesco Saverio).


Nel registro basso sono raffigurate le terribili traversie patite dagli abitanti della città durante l’epidemia (da notare la donna sulla destra con la bocca ed il naso coperti da una benda per difendersi dal contagio). La statuetta che benedice, grazie al motto “Divo Januario – apotropaco – sospes Neapolis“, fa capire che rappresenta San Gennaro.


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Settembre 2020: ancora novità al Rione Sanità, che si conferma un luogo dove fioriscono iniziative ed espressioni artistiche che generano discussioni ed adesioni entusiastiche; comunque a nostro avviso vale la pena di visitarle e di rendersi conto di quello che le forze sane di questo quartiere cercano di portare avanti da tanti anni.


Cominciamo da due nuovi murales realizzati quest'anno, dopo la pandemia. Il primo è quello realizzato dall'artista Tono Cruz e che riproduce una scena tratta dal famoso film La Banda degli onesti, quella in cui Totò spiega a Peppino De Filippo le sue idee sull'avidità degli uomini utilizzando lo zucchero nel caffè:


L'altro murale, realizzato da Mono Gonzalez, rappresenta due figure umane che guardano verso l'alto:



Un'installazione fotografica che ci era sfuggita nel 2019 è Fontanelle Terminal, dell'artista Stefania Zamparelli, che rappresenta un soggetto particolarmente adatto per l'inserimento nella zona del Cimitero delle Fontanelle. Si tratta dei dromedari mummificati nel deserto dell'Oman, fotografati in modo che sembrano quasi sculture di sabbia:




Ma le due novità più significative degli ultimi tempi sono queste: la scultura in marmo Il Figlio Velato, esposta nella Cappella dei Bianchi della Basilica di San Severo, di cui si è già parlato in questo post.


La scultura è opera dell'artista Jago ed ulteriori notizie si trovano sul sito https://www.catacombedinapoli.it/it/eventi-catacombe-napoli/mostra-jago-il-figlio-velato. Noi ci limitiamo a rilevare, oltre all'evidente ispirazione al Cristo Velato di Sammartino, quanto questa toccante scultura faccia pensare alle tante drammatiche immagini, che ci sconvolgono ogni giorno, di bambini che scappano dalle guerre e dalla fame.


Foto di Peppe Guida

Foto di Matteo Sacher

L'altra novità più significativa è il cosiddetto Vicolo della Cultura. Si tratta di un'iniziativa portata avanti dalla Opportunity Onlus (www.opportunityonlus.it) con il patrocinio di una marca di caffè napoletana, dei Club Round Table di Napoli, Caserta e V Zona e dei Rotaract Club di Napoli e Napoli Ovest, ed inaugurata a dicembre 2019.


In che cosa consiste? Si è realizzato un intervento sulla Via Montesilvano del Rione Sanità, nella quale sono state installate delle "edicole culturali", simili a quelle votive che nei secoli scorsi hanno punteggiato i vicoli di Napoli, solo che queste edicole contengono libri a disposizione di chi li vuole leggere e citazioni tratte dalle opere di artisti napoletani come Di Giacomo, Troisi, Eduardo.


I libri raccolti sono circa 600, alcuni dei quali donati dagli scrittori Maurizio De Giovanni e Lorenzo Marone; nel vicolo sono presenti murales realizzati da Mario Schiano e Gianluca Raro e la sede dell' Opportunity Onlus si trova in un edificio confiscato alla camorra e dedicato a Lucio D'Errico, vittima della camorra per non aver voluto pagare il pizzo e nonno di Davide, presidente dell'Onlus.










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Di seguito l'aggiornamento di novembre 2019 del post:


Un aggiornamento a questo post di più di un anno fa: sull'ascensore che porta nel Rione Sanità dal Ponte Maddalena Cerasuolo (eroina delle Quattro Giornate di Napoli del 1943, quando furono cacciati i tedeschi) è stato dipinto il murale Tieneme ca te tengo dell'artista filippino Jerico Cabrera Carandang; il dipinto è stato realizzato in collaborazione con i ragazzi del Centro La Tenda, di cui parliamo più avanti:



Da qui ripartiamo col testo originale del post del 2018, con qualche modifica ed aggiunta:

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Oggi indirizziamo i nostri guerrieri seduti verso uno dei quartieri più famosi, più ricchi di storia e di tradizioni popolari e più tormentati di Napoli, la Sanità appunto; negli ultimi anni il quartiere ha fornito a tutta la città esempi notevoli di organizzazione della società civile attraverso associazioni combattive e ben attrezzate culturalmente, che hanno fatto opera di valorizzazione del proprio territorio e delle sue immense risorse storico-artistiche.


Ne parleremo più avanti, di queste associazioni e della loro attività; per il momento diamo alcune linee generali per la visita al quartiere. In buona sostanza proporremo due itinerari, per due giorni diversi:


- il primo itinerario si sviluppa principalmente in strada: è preferibile la carrozzina elettrica, trattandosi di un percorso lungo ed in costante seppur leggera pendenza; raccomandiamo comunque un accompagnatore, per le ragioni che vedremo più avanti; da tener presente che i marciapiedi sono in buona parte impraticabili in carrozzina;


- per il secondo itinerario, è preferibile portarsi con la propria auto al parcheggio nei pressi dell'ingresso per disabili delle Catacombe di San Gennaro, che si visitano in carrozzina.


Un'altra premessa doverosa: si tratta comunque di una proposta in divenire, ancora da perfezionare con le indicazioni dei ristoranti con bagni attrezzati, che al momento dobbiamo ancora individuare.


1° ITINERARIO: IN GIRO PER IL RIONE


Per questo itinerario assumiamo di essere scesi alla stazione Museo della Linea 1 della Metro; ci troviamo a Piazza Cavour e la percorriamo tutta. Arrivati alla fine di Piazza Cavour diamo uno sguardo a destra alla Porta San Gennaro, aperta nella cinta muraria aragonese; è l'unica delle quattro porte superstiti che sia ancora sovrastata da un'edicola, costruita come ex-voto dopo la peste del 1656 e che riporta un affresco di Mattia Preti "Madonna e santi che implorano la fine della peste":



Giriamo adesso sulla sinistra per Via Fuori Porta San Gennaro e ci troviamo immediatamente immersi nel clima e nell'animata vita della Sanità, e più precisamente nel Borgo dei Vergini che sin dal periodo greco-ellenistico ospitava le sepolture ipogee situate all'esterno della cinta muraria di Neapolis. Ma prima di immettersi in Via dei Vergini, se diamo uno sguardo sulla nostra sinistra, troveremo un primo esempio di murale dipinto in una stradina laterale:


Il Borgo dei Vergini è ricchissimo di testimonianze storiche, architettoniche e religiose che spaziano dalla Necropoli Ellenistica di Neapolis all'Acquedotto Augusteo fino alla Chiesa dei Padri Vincenziani ed alla Chiesa di Santa Maria della Misericordiella.


Purtroppo la quasi totalità di questi siti è inaccessibile in carrozzina, per cui suggeriamo di consultare il portale borgovergini.it che illustra la storia dei vari siti ed il lavoro che le singole associazioni stanno conducendo per la loro valorizzazione e fruizione da parte del pubblico.


Una cosa che possiamo fare in carrozzina è visitare il cortile dello splendido Palazzo dello Spagnuolo, eretto nel 1738 su progetto dell'architetto Ferdinando Sanfelice e caratterizzato dalla monumentale scala a doppia rampa definita "ad ali di falco":


Proseguendo per Via dei Vergini si passa a Via Arena alla Sanità. Se si vuole, con una deviazione che ci porta abbastanza lontano, si prende Via Santa Maria Antesaecula; qui si trova la casa natale di Totò, ricordato con una lapide e con uno dei monumenti installati nel 2017, anno in cui si è celebrato il 50° anniversario della morte:


Visto che ci siamo, diamo uno sguardo anche alla Basilica di San Severo, per accedere alla quale abbiamo bisogno dell'aiuto di una rampetta o di robusti accompagnatori, a causa dei gradini all'ingresso. Costruita nel 1573 e rifatta nel 1680, è stata riportata al suo splendore nel 2017.


La Basilica di San Severo è un importante centro di aggregazione, perché è la sede dell'orchestra Sanitansamble e dello studio di registrazione Apogeo Records, due delle principali iniziative per i ragazzi del Rione.


All'esterno della chiesa è stato realizzato il murale Perseveranza di Matias Noguera Matu, artista cileno che ha lavorato con uno dei volontari della chiesa, Salvatore Bakalù. Per ulteriori notizie fare riferimento al sito:


la Cappella dei Bianchi:


Proseguendo per Via Arena alla Sanità e per Via Sanità, possiamo vedere il Palazzo Sanfelice, che l'architetto costruì come sua abitazione e che oggi meriterebbe un restauro analogo a quello effettuato sul Palazzo dello Spagnuolo:


Ci allunghiamo un attimo a raggiungere Largo Totò: qui incontriamo questa simpatica installazione inaugurata anch'essa nel 2017 in memoria del principe dei comici:


Ridiscendiamo lungo Via Sanità ed arriviamo a Piazza Sanità. Diamo uno sguardo ai murales che si trovano nella piazza: parliamo di Luce, dell'artista Tono Cruz, che occupa quasi interamente la facciata di un palazzo:


E sulla parete laterale della basilica c'è Resis-ti-amo di Francisco Bosoletti:

Ma il pezzo forte della piazza è la Basilica di Santa Maria della Sanità:


Per entrare in carrozzina occorre che l'accompagnatore si rechi, attraverso l'ingresso principale con lo scalone, nella biglietteria e chieda che venga aperto il portone laterale che permette l'ingresso in chiesa attraverso il chiostro.


Il complesso religioso di Santa Maria della Sanità fu edificato a partire dal 1577, in quanto poco tempo prima, nell'area in cui sono le Catacombe di San Gaudioso, fu ritrovata la tavola con l'immagine di Maria databile al V-VI secolo, ora in chiesa, ed i fedeli chiesero al vescovo di costruire una chiesa dedicata a Maria.


Completato il monastero, fra il 1602 ed il 1614 la basilica fu edificata ad opera dell'architetto e frate domenicano Giuseppe Nuvolo, mentre nel 1809 gran parte del monastero fu demolito per far spazio alla strada voluta da Giuseppe Bonaparte per raggiungere più facilmente la Reggia di Capodimonte. Vediamo qualche immagine con le arcate del ponte che incombono sul chiostro:


Le decorazioni monocromatiche ad affresco furono eseguite da Giovanni Battista di Pino nel chiostro e nella sacrestia:



L'interno della basilica è molto ricco e presenta soluzioni architettoniche imponenti e suggestive, come lo scalone a tenaglia che porta alla zona absidale e la cripta costruita sulla basilica paleocristiana:

Nella basilica sono presenti numerose opere d'arte del '600 ed anche opere contemporanee; fra queste vi mostriamo la Mensa degli Angeli, del famoso architetto e designer Riccardo Dalisi:

La basilica contiene anche l'ingresso alle Catacombe di San Gaudioso, purtroppo inaccessibili in carrozzina; a titolo illustrativo, vi mostriamo uno dei tanti sepolcri verticali di personaggi della nobiltà, lasciando campo libero alla vostra fantasia:

Terminata la visita alla Basilica, si riprende il cammino per Via Sanità, fino ad incontrare un altro bel dipinto murale:

Si tratta di Speranza nascosta di Francisco Bosoletti, realizzato all'ingresso del Centro La Tenda, un'associazione che da quasi quarant'anni è presente sul territorio della Sanità e si è sempre distinta per il suo impegno di lotta alle tossicodipendenze e recupero dei ragazzi con problemi di droga (vedi il sito www.centrolatenda.org).


E’ sul muro di ingresso del centro che viene restituito un volto di donna che, dipinto al negativo, è visibile nel suo reale aspetto attraverso l’applicazione di un filtro.


Tutte le notizie sui murales sono tratte dal sito https://www.travelfashiontips.com/2017/02/tour-piedi-tesori-nascosti-del-rione-sanita-napoli.html della blogger Anna Pernice.


Proseguiamo per Via Sanità e giriamo per Via Fontanelle fino ad arrivare al Cimitero delle Fontanelle. Subito prima prendiamo visione di altri due murales: il primo raffigura il volto di Demetra, dipinto da Mimmo Iodice, uno dei più grandi fotografi italiani; alcune opere di Iodice sono visibili in pianta stabile all'uscita della stazione Museo della Linea 1 della Metro:

La seconda installazione è un murale dell'artista Mono Gonzalez realizzato sulle pareti esterne della adiacente chiesa di Maria SS. del Carmine:


Per il Cimitero delle Fontanelle una premessa è d'obbligo: il sito è accessibile in carrozzina solo con l'ausilio di un elevatore che però si guasta spesso, quindi si corre il rischio di arrivare fin lì e di rimanere delusi. Si può provare ad informarsi in anticipo sul sito http://www.cimiterofontanelle.com.


Il luogo è un’antica cava di tufo, utilizzata a partire dalla seconda metà del XVII secolo per raccogliere i resti dei morti durante le grandi epidemie di peste e colera. In particolare furono qui seppellite le vittime dell’epidemia di peste del 1656 e di quella di colera del 1836; durante quest'epidemia morì anche Giacomo Leopardi, che però è sepolto con un monumento degno della sua fama nel Parco Vergiliano a Piedigrotta.


Il cimitero è noto perché qui si svolgeva il rito delle "anime pezzentelle", ossia l'adozione e la cura da parte di un napoletano di un determinato cranio (detto "capuzzella") di un'anima abbandonata in cambio di protezione.


In chiusura del primo itinerario, lasciamo la parola a qualche immagine scattata nel Cimitero delle Fontanelle:


2° ITINERARIO: LE CATACOMBE DI SAN GENNARO


Sono le uniche catacombe della Sanità accessibili ai disabili; per visitarle bisogna concordare un appuntamento con l'organizzazione delle visite, dal momento che l'ingresso per disabili è a Vicoletto San Gennaro dei Poveri e non alla Basilica del Buon Consiglio a Capodimonte; comunque tutte le notizie pratiche si trovano sul sito http://www.catacombedinapoli.it/it/luoghi/catacombe-di-san-gennaro-napoli.


Cogliamo l'occasione per parlare della Cooperativa La Paranza, che dal 2006 svolge una qualificata attività di organizzazione e promozione culturale e sociale nel quartiere. Per dirla con le loro parole, la nostra cooperativa è nata in uno dei quartieri di Napoli in cui è più evidente la convivenza tra grandi differenze socio-culturali ed enormi risorse. Proprio da queste pensiamo che debba iniziare un cammino di autosviluppo, ed è per questo che abbiamo deciso di mettere le nostre singole esperienze al servizio del Rione Sanità, non per cambiare città, ma per cambiare la città.


Oltre ad organizzare visite guidate nelle Catacombe e nella Basilica di Santa Maria, la Cooperativa La Paranza ha pubblicato un magnifico libretto riccamente illustrato intitolato "il Rione Sanità ancora da scoprire" (edizioni Intra Moenia); il libro, agile ma ricchissimo di informazioni, può essere tranquillamente usato come guida turistica e anche gastronomica, nonché per verificare "sul campo" i riferimenti ai tanti film girati nel rione.


La storia dettagliata delle catacombe si trova anch'essa nel sito http://www.catacombedinapoli.it/it/luoghi/catacombe-di-san-gennaro-napoli. Qui basti dire che Il nucleo originario delle Catacombe di San Gennaro risale al II secolo d.C. Si tratta, probabilmente, del sepolcro di una famiglia gentilizia che poi donò gli spazi alla comunità cristiana. L'ampliamento iniziò nel IV secolo d.C. in seguito alla deposizione delle spoglie di Sant'Agrippino, primo patrono di Napoli, nella basilica ipogea a lui dedicata.


L'ingresso per disabili conduce alla Basilica di San Gennaro Extra Moenia, che fu costruita nel V-VI secolo a ridosso delle Catacombe dove fu sepolto il santo patrono, le cui spoglie infatti furono traslate nella catacomba superiore nel V secolo d.C.


Lasciamo spazio a qualche immagine della basilica e delle catacombe, con le loro pitture murarie:




Non si può chiudere un post sulla Sanità senza accennare ad un'altra esperienza molto significativa che si è sviluppata nel rione. Stiamo parlando del Nuovo Teatro Sanità, una struttura teatrale sita in Piazzetta San Vincenzo ed ospitata in una chiesa (c'è un secondo ingresso con scivolo, per le carrozzine).


La struttura è gestita dal Collettivo Nuovo Teatro Sanità, e vi si tengono regolari stagioni teatrali con spettacoli prodotti in proprio, ospiti prestigiosi e laboratori per ragazzi (il loro sito web è https://nuovoteatrosanita.it). Ne diamo qualche immagine:


E per chiudere usiamo un loro dipinto murale con Totò e Pasolini:



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