Ebbene sì: facciamo finta che sia arrivata la primavera, visto che il tempo ce lo permette, e dedichiamoci alla scoperta di una novità, una struttura aperta al pubblico dal 10 febbraio di quest'anno.
Si tratta del Sito Archeo-fluviale di Longola (*) (http://pompeiisites.org/longola/), nel territorio del comune di Poggiomarino, in provincia di Napoli (uscita Sarno dell'A30, impostare Via Longola - Poggiomarino sul navigatore e attenzione al cartello indicatore dell'area archeologica, che può sfuggire).
La storia del ritrovamento dei primi reperti e della messa in opera dell'area archeologica aperta al pubblico è riportata in dettaglio nell'interessantissimo sito web www.longola.it; proprio da questo sito web riprendiamo qualche breve cenno storico per una veloce introduzione alla visita. Longola, va detto subito, è encomiabile anche dal nostro punto di vista, in quanto completamente accessibile e percorribile in carrozzina.
Nel novembre 2000, durante degli scavi per la realizzazione di uno dei depuratori delle acque del fiume Sarno, affiorarono a Poggiomarino, in località Longola, dei reperti archeologici che indussero i responsabili dei lavori ad informarne la Soprintendenza Archeologica di Pompei.
Gli scavi archeologici hanno portato ad una scoperta clamorosa: nei 1600 mq sondati, profondi 4 metri, è stato ritrovato parte di un villaggio perifluviale risalente al II millennio a.C. che rappresenta un caso eccezionale nell'ambito della protostoria europea.
Il sito archeologico di Longola, definito dagli archeologi una "Venezia di 3500 anni fa", rappresenta per la storia della valle del Sarno un tassello di grande utilità per la ricostruzione di un arco temporale dalla fase avanzata della media Età del Bronzo (XV-XIII sec. a.C.) fino al periodo Orientalizzante recente (inizio del VI sec. a.C.).
Il villaggio protostorico di Longola era verosimilmente abitato da una popolazione osca, che parlava un idioma indoeuropeo del gruppo osco-umbro. Virgilio nell'Eneide (VII, 738) la indicò col nome di "Sarrasti", una tribù che la tradizione fa discendere dai Pelasgi che, nell'alta Età del Bronzo migrarono dal Peloponneso e si insediarono in gran parte dell'Italia Meridionale.
C'è da aggiungere che i reperti trovati nel villaggio, incluse tre piroghe in legno, sono conservati nei depositi della Soprintendenza di Pompei, in attesa dell'allestimento di uno spazio espositivo dedicato.
Ciò che oggi visitiamo è la ricostruzione di due capanne abitative, situate su uno dei quattro isolotti che costituivano il villaggio. Il percorso di visita ci porta a compiere il periplo di un ecosistema palustre sul quale sorgono gli isolotti; il sito è stato equipaggiato inoltre con una serra didattica, un laboratorio didattico, un percorso olfattivo, una struttura per spettacoli all'aperto, un'area giochi, un'aula multimediale ed un'area attrezzata per picnic. Sono presenti due servizi igienici attrezzati per disabili.
Il sito di Longola è gestito dal Comune di Poggiomarino; l'ingresso è gratuito e la sua apertura è garantita dall'opera di un gruppo di volontari e di guide (verificare sul sito web il calendario delle aperture). Per queste ragioni è giusto valorizzare quanto già fatto ed incoraggiare gli sforzi per i lavori che ancora devono essere portati a termine, e lo possiamo fare visitando questa bella location e facendola conoscere al più vasto pubblico possibile.
Di seguito qualche immagine scattata ieri 10 marzo:
gli isolotti e le capanne:
il percorso:
il fiume Sarno:
gli argini e la palude:
la serra didattica:
Per quanto riguarda i suggerimenti per il pranzo, se non vi garba l'idea di un picnic nelle aree apposite, abbiamo trovato in zona due ristoranti che rispondono ai nostri requisiti:
Essenza (*):
Piazza Lago 16, Sarno
Osteria dei Sarrasti (*)
Via Ingegno 6, Sarno
081 967266 / 339 5792399 https://osteria-dei-sarrasti-sarno.eatbu.com
(*) simbolo che indica la presenza di servizi igienici attrezzati per disabili