Questa volta facciamo visita alle residenze che hanno ospitato, nei secoli, le varie dinastie reali che, bontà loro, si sono alternate sul trono del Mezzogiorno d'Italia. Visiteremo pertanto il Maschio Angioino e il Palazzo Reale, tralasciando quel Castel Capuano che fu la prima reggia della dinastia angioina ed oggi è sede di uffici giudiziari, e quindi visitabile solo in occasioni particolari.
Partiamo da Piazza Municipio (fermata Municipio della Linea 1 della Metro) per iniziare la visita al Maschio Angioino, o Castel Nuovo, secondo la denominazione originale. C'è da dire che di angioino resta ben poco, in quanto la dinastia aragonese, subentrata nel 1442 a quella angioina, ha profondamente trasformato il castello, a cominciare dal magnifico arco trionfale che Alfonso d'Aragona fece erigere sul frontale del castello per celebrare il suo ingresso in città.
Il castello è quasi totalmente visitabile per le persone con disabilità motoria; in particolare sono accessibili:
la Cappella Palatina, con resti di affreschi di scuola giottesca;
il Museo Civico (*), con dipinti e arredi sacri dei secoli scorsi e con la porta bronzea di Guglielmo Monaco (sec. XV);
la Sala dei Baroni, celebre per l'arresto ivi avvenuto dei nobili congiurati contro Ferrante d'Aragona, che li processò e li fece decapitare. Per accedere alla sala chiedere alla biglietteria le indicazioni per l'ascensore:
la Sala dell'Armeria, che permette, dal pavimento di vetro, di vedere le sottostanti testimonianze archeologiche romane di quella che probabilmente fu la villa di Lucio Licinio Lucullo, che si estendeva sull'isolotto di Megaride dove oggi c'è Castel dell'Ovo.
Terminata la visita al Maschio Angioino, se siamo all'ora di pranzo ci possiamo fermare a questo ristorante che risponde ai nostri requisiti (chiedere al personale la sistemazione più adatta per raggiungere i bagni):
Trattoria Medina (*):
Via Medina 43, Napoli
081 551 5233 www.trattoriamedina.it
Dopo pranzo ci si può dirigere verso quello che da Palazzo del Viceré spagnolo e poi di quello austriaco diventerà Palazzo Reale (*) coi Borboni, poi coi Francesi, poi di nuovo coi Borboni ed infine coi Savoia.
Palazzo Reale si affaccia sulla magnifica Piazza Plebiscito ed è del tutto accessibile, giardini inclusi, per i disabili motori. La visita agli appartamenti reali consente di ammirare la Cappella Reale, e poi saloni, arredi, stanze, biblioteche, quadri ed altre magnificenze.
Un'occhiata ai Giardini Pensili:
Terminata la visita a Palazzo Reale, ci si può concedere una piccola digressione verso Via Toledo per visitare Palazzo Zevallos Stigliano (*). Si tratta della sede di rappresentanza di un importante istituto bancario che l'ha trasformata in una galleria d'arte aperta al pubblico; vi sono esposte permanentemente le opere di proprietà della banca (fra cui un magnifico "Martirio di Sant'Orsola" del Caravaggio, molte opere di vedutisti napoletani ed una collezione di Vincenzo Gemito) e vi si tengono importanti mostre temporanee. L'ingresso per disabili si trova nella traversa a sinistra del palazzo. www.gallerieditalia.com/it/napoli/
Usciti da Palazzo Zevallos, continuiamo il nostro percorso pedonale dirigendoci verso Via Chiaia, tradizionale strada di shopping, per poi arrivare nel centro del centro elegante di Napoli, vale a dire Piazza dei Martiri. Da qui, imboccando Via Alabardieri, arriviamo all'altro ristorante che abbiamo selezionato (è anche punto vendita di prodotti alimentari):
Osteria del Gourmeet (*):
Via Alabardieri 8, Napoli
081 7944131 www.gourmeet.it
(*) simbolo che indica la presenza di servizi igienici attrezzati per disabili
Infine, sempre fedeli al principio che i nostri itinerari non sono dogmi, ma possono essere smontati e rimontati a piacimento, aggiungiamo un'indicazione finale per una struttura facilmente raggiungibile dal ristorante. Si tratta del Palazzo delle Arti di Napoli (P.A.N.) (*), uno spazio espositivo permanente che il Comune di Napoli ha realizzato nel Palazzo Carafa di Roccella e che ospita mostre ed esposizioni relative a tutte le arti visive che si esprimono nel mondo contemporaneo
Come immagine simbolo del P.A.N. ci piace allegare la foto della Mehari del giovane giornalista Giancarlo Siani, ucciso dalla camorra nel 1985; la macchina è esposta permanentemente nel cortile interno del P.A.N.